Stoccafisso all’anconitana

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Lo stoccafisso all’anconitana è un piatto tipico della cucina marchigiana,  la mia regione, che ha le sue radici nella tradizione marinara della città di Ancona. Nel mio libro ( qui per acquistarlo) ho scelto questa ricetta per raccontare la mia vita nelle Marche, dopo i primi anni di vita vissuti in Germania.

Un omaggio alla regione che mi ha visto crescere, innamorarmi, piangere, ma soprattutto educato ad attendere che i “frutti della natura” siano maturi e pronti per essere gustati.

Sono stata fortunata a vivere in un piccolo paese dove tutti ci conosciamo e nel momento del bisogno ci sono stati vicino, anche con un sorriso carico di tante parole.

Prima di avventurarmi nella preparazione di questa ricetta regionale mi sono documentata e ho scoperto che esiste l’Accademia dello Stoccafisso Anconitano con un disciplinare da seguire per realizzare questa ricetta.

Ho scoperto una meravigliosa realtà della mia regione, l’Associazione è stata fondata nel 1997 con lo scopo di tutelare la tipicità del piatto, promuovere iniziative e far conoscere questo piatto fuori dalla regione.

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Origini dello Stoccafisso all’anconitana

L’origine di questo piatto risale al periodo della Repubblica Marinara di Ancona, quando i marinai tornavano dai loro viaggi di pesca con grandi quantità di stoccafisso, un pesce secco e salato che poteva essere conservato a lungo. Per preparare lo stoccafisso all’anconitana, il pesce veniva ammollato per diverse ore in acqua fredda per eliminare il sale in eccesso, poi bollito insieme a verdure come patate, cipolle, carote e sedano, il tutto condito con prezzemolo, aglio, olio d’oliva e aceto.

Lo stoccafisso all’anconitana era un piatto povero, ma nutriente e gustoso, che si adattava perfettamente alle esigenze della vita marinara. Nel corso dei secoli, la ricetta è stata tramandata di generazione in generazione e ha subito diverse modifiche e adattamenti, ma la base è rimasta sempre la stessa.

Oggi lo stoccafisso all’anconitana è diventato uno dei piatti più rappresentativi della cucina marchigiana e viene servito in molti ristoranti della zona. Inoltre, negli ultimi anni è stato riscoperto anche a livello nazionale e internazionale, diventando un piatto apprezzato per la sua semplicità e la sua genuinità.

Pronti a scoprire questo piatto che vi stupirà sia per la sua semplicità che per la sua bontà!

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Stoccafisso all'anconitana
Lo stoccafisso all'anconitana era un piatto povero, ma nutriente e gustoso, che si adattava perfettamente alle esigenze della vita marinara. Nel corso dei secoli, la ricetta è stata tramandata di generazione in generazione e ha subito diverse modifiche e adattamenti, ma la base è rimasta sempre la stessa.
Tempo di preparazione 30 minuti
Tempo di cottura 2 ore
Porzioni
persone
Ingredienti
Tempo di preparazione 30 minuti
Tempo di cottura 2 ore
Porzioni
persone
Ingredienti
Istruzioni
  1. Iniziate nello scolare bene lo stoccafisso, asciugatelo, eliminate la spina centrale e tagliatelo a pezzi.
  2. Tritate finemente la carota, il sedano, la cipolla, il rosmarino, il prezzemolo, i capperi e le acciughe. Con metà del trito ottenuto condite i pezzetti di stoccafisso, posizionateli in una pentola dal bordo alto e aggiungete il sale quanto basta e circa mezzo litro d’olio vergine d’oliva.
  3. Eliminate la buccia dalle patate, lavatele bene, asciugatele e tagliatele a spicchi di media grandezza e posizionatele sopra allo strato di stoccafisso fino a coprirlo totalmente.
  4. Condite con la metà del trito rimanente, aggiungete il peperoncino, i pomodori a grappolo tagliati a pezzetti e salate a piacere. Aggiungete il vino Verdicchio, l’acqua fredda fino a coprire il tutto e le olive nere.
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  5. Fate cuocere a fiamma vivace e appena inizierà a bollire abbassate la fiamma, coprite la pentola con un coperchio e proseguite la cottura per circa 2 ore
  6. Nel caso ci fosse bisogno, aggiungete un mestolo di acqua e scuotete la pentola leggermente. Ricordo che il trucco per un buon Stoccafisso all’anconitana è non mescolare mai gli ingredienti durante la cottura. Lasciate riposare per alcune ore prima di servire. Il consiglio della “nonna” è consumarlo dopo 12 ore dalla cottura.
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